Una malattia trasmissibile sessualmente è una malattia infettiva che si trasmette principalmente per contagio diretto in occasione di attività sessuali, inclusi i rapporti orali e anali. La maggior parte delle malattie trasmissibili sessualmente inizialmente non presenta sintomi e ciò si traduce con un maggior rischio di trasmetterle ad altre persone. Dopo il contagio, in un tempo variabile chiamato “periodo di incubazione”, si possono sviluppare sintomi o segni visibili sul corpo. Generalmente si manifestano nella zona genitale ma, a seconda del tipo di malattia e del tipo di sesso praticato, questi sintomi possono comparire nella bocca, nell’ano o sulla pelle o in modo generalizzato. I sintomi possono essere leggeri e spesso sono completamente assenti – ma possono comparire dopo molto tempo, anche a distanza di anni. La variabilità del tempo d’incubazione dipende prima di tutto dalle caratteristiche del microrganismo (aggressività); in secondo luogo dalla resistenza naturale del nostro corpo.
Dal punto di vista dermatologico, in genere si ha a che fare con:
- Sifilide
- Infezioni da HPV (condilomi)
La sifilide è provocata dal “Treponema pallidum“, una spirocheta (batterio a forma di spirale) che penetra attraverso lacerazioni della pelle o delle mucose dei genitali, del retto o della bocca durante un rapporto sessuale. E’ possibile contrarre l’infezione tramite baci o contatto intimo con un soggetto infetto. Il rischio di infezione in seguito a un solo contatto con un individuo infetto è del 30% circa. Una volta entrata nell’organismo, la spirocheta passa rapidamente, attraverso la circolazione del sangue e il sistema linfatico, in tutto il corpo; in alcune ore il microrganismo si è già diffuso in modo tale da rendere inefficace qualsiasi terapia locale.
Il sintomo primario è una lesione che in genere compare tre-quattro settimane dopo il contatto: un ulcera indolore con una base dura e umida, coperta da siero contenente un numero elevato di spirochete che, di solito, compare sui genitali, ma può svilupparsi anche sull’ano, sulla bocca, sul retto o sulle dita delle mani. Spesso, questa lesione non è spiccata e può passare inosservata. I linfonodi collegati con la zona in cui compare si ingrossano e assumono una consistenza gommosa, ma non sono dolenti. Guarisce in quattro-otto settimane.
Sei-dodici settimane dopo, l’infezione inizia lo stadio secondario. La manifestazione più evidente è un’eruzione cutanea che può essere transitoria, ricorrente o durare vari mesi. L’eruzione è associata a un ingrossamento esteso dei linfonodi, spesso sono presenti mal di testa, dolore e indolenzimento delle ossa, perdita dell’appetito, febbre e facile affaticabilità. Talvolta può manifestarsi una meningite. I capelli possono cadere a ciocche e nelle zone umide della pelle possono comparire chiazze ispessite di colore grigio o rosa chiamate condilomi piani che sono molto infettivi. La fase secondaria può durare circa un anno.
L’infezione da Papilloma Virus Umano (Hpv, Human Papilloma Virus) è un’infezione molto diffusa, trasmessa prevalentemente per via sessuale. Sebbene nella maggior parte dei casi sia transitoria e priva di sintomi evidenti, talvolta si manifesta attraverso lesioni benigne della cute e delle mucose.
In casi più rari, in cui il sistema immunitario non riesce a debellare rapidamente il virus, l’Hpv può determinare l’insorgenza di forme tumorali quali il tumore della cervice uterina, oggi l’unica forma di neoplasia riconosciuta come totalmente riconducibile a un’infezione.
Il virus Hpv è implicato inoltre nella patogenesi di altri tumori in sede genitale (vulva, vagina, ano, pene) ed extragenitale (cavità orale, faringe, laringe). Nell’eventualità di infezione cronica, la lesione tumorale si sviluppa in genere nell’arco di 7-15 anni dal contagio. Le ripercussioni patologiche sono legate al tipo di ceppo virale con cui si viene a contatto. Finora sono stati identificati più di 120 tipi di Hpv, distinti e classificati in base al rischio di trasformazione neoplastica.